Pensiero del viaggiatore

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1 settembre 2014


Andar per castelli



Castello San Lorenzo de' Picenardi.


Premetto che di questo castello fino a poco tempo fa ne ignoravo l’esistenza.
La nostra bella Italia ha talmente tanti tesori da mostrare che a volte ne abbiamo qualcuno sotto il naso e nemmeno ce ne accorgiamo.
Durante la visita ad una fiera abbiamo avuto il piacere di ricevere un invito per visitare quello che ho detto poc’anzi essere un castello a me sconosciuto.



L’invito consisteva in una visita guidata al castello e ad un rinfresco offerto dalla direzione della struttura.
Perché questo invito?
Semplice: il castello era proposto come location per cerimonie e ricevimenti per cui si dava modo agli eventuali clienti di poterne apprezzare al meglio le bellezze del luogo dove magari decidere di festeggiare l’evento del momento.



La strada da fare non era poca, ma nemmeno eccessiva per cui decidiamo, io e il mio compagno, di andare a conoscere questa meraviglia, che già sulla carta ci appariva interessante.
E così la domenica in cui è fissata la visita ci avviamo verso questo nuovo castello.
Si trova nelle campagne cremonesi, immerso in una distesa di campi che si perdono a vista d’occhio.
Torre de Picenardi è un piccolo borgo in cui il tempo sembra non sia mai trascorso. Il tempo scorre lento, la vita è tranquilla, il traffico è quasi inesistente e la quiete la fa da padrone.
Troviamo facilmente il castello in questione e la prima impressione e del tutto positiva.

Non è imponente, non è grande, non fa aprire la bocca e dire “ohhhhh”, ma è una bella veduta. Il tempo ci dà manforte ed i raggi del sole lo illuminano regalandoci il meglio della struttura.
Lasciamo l’auto all’ingresso del parco, in una zona adibita a parcheggio. Degli alti cipressi fanno ombra alla zona del parcheggio e già cominciamo a parlare dei vantaggi che si possono avere a parcheggiare in una giornata di sole quale dovrebbe essere quella di un matrimonio.
Il posto per parcheggiare non è moltissimo, ma per una cerimonia di medio calibro i posti a disposizione dovrebbero essere abbastanza.



Un lungo viale ci porta verso l’ingresso del castello. Qui un filare di lampioni addobbati con fiocchi di vari colori ci comunica che da poco si è svolto un ricevimento. In terra ancora i resti di stelle filanti e palloncini colorati ormai sgonfi e rotti.
Le mura del castello, inondate dai raggi del sole, si mostrano in tutta la loro bellezza. Per entrare nel castello c’è un piccolo ponte levatoio che da l’impressione di ritornare indietro nel tempo.
Oltrepassato il ponte ci ritrova in un piccolo cortile da dove si dipanano le varie entrate alla struttura.

Da una parte l’ingresso alla casa padronale, da un altro l’ingresso a quella che una volta era la chiesetta privata del castello. Un altro ingresso ancora per andare alle cantine, uno per entrare in quelle che una volta erano le stalle.
Insomma, dal cortile si può accede ad ogni angolo del caseggiato.
Attendiamo con pazienza che inizi la visita ed intanto il nostro sguardo si sofferma su alcuni particolari che possiamo osservare dalla nostra posizione.




Su di una parete c’è una meridiana per la misurazione del tempo, ma in seguito veniamo a scoprire che essa è utilizzabile solo nel periodo estivo, perché nel periodo invernale il sole è troppo basso per poterla illuminare.
Diamo uno sguardo alla piccola chiesetta che si trova sul lato opposto del cortile, rispetto all’ingresso alla casa padronale, ed in seguito veniamo a conoscenza un po’ della sua storia. In origine adibita a chiesa per l’officiare della funzione religiosa a tutti gli abitanti della proprietà, di fatto in quella chiesa i padroni del castello non ci andarono mai. 

La chiesa era frequentata solo dai lavoranti: i proprietari assistevano alla messa affacciandosi ad una finestra posta in alto su di una parete del locale, comodamente seduti in una loro camera privata, ma che li metteva in comunicazione con la chiesa per partecipare alle funzioni senza doversi mescolare alla servitù.




Dopo varie vicissitudini quella chiesa fu addirittura utilizzata come deposito per le granaglie, e questo uso sconsiderato ha fatto sì che molti dei dipinti alle pareti fossero irrimediabilmente cancellati per l’uso non consono del luogo.
Entrando nella zona riservata alla famiglia si notano già come ci tenessero a che tutto fosse sfarzoso e ben tenuto.  

Quadri di parenti della famiglia fanno bella mostra sulle pareti. Lampadari di vetro di murano scendono dai soffitti ad illuminare le stanze. Stoffe di vari colori rivestono le pareti per dare ancor più un senso di sontuosità alle stanze.
E così visitiamo la sala rosa e la sala azzurra, così dette per il colore predominante che le contraddistingue.
La sala delle stagioni, dove il tema è il percorso del tempo nell’arco dell’anno. Quadri che rappresentano le stagioni con i relativi segni zodiacali.




La sala del parlatorio, come dice il nome stesso, era riservata agli incontri e alle chiacchiere degli ospiti.  Essa è di forma ovale, con pareti dipinte da grandissimi affreschi, comode panche che corrono lungo le pareti per dare modo ai visitatori di stare comodamente seduti durante il loro chiacchierio.

Poi c’è la sala da ballo, dove i padroni del castello solevano tenere grandi serate danzanti per allietare gli ospiti. Dall’alto della stanza si può notare che su ogni lato c’è una sorta di profonda nicchi in cui si accomodavano i suonatori per eseguire le musiche in programma e allo stesso tempo non occupare spazio in basso e lasciare che i danzatori potessero usufruire di tutto l’ambiente disponibile.



Altre numerose stanze compongono il piano terra della residenza, ma sono meno grandi e meno importanti. Una saletta era dedicata a sala da pranzo per la famiglia, un’altra allo studio del padrone di casa, una alla cucina e via discorrendo.

La visita interna della proprietà purtroppo termina qui. Ci viene detto che a breve verrà aperto anche il piano superiore, in quel momento in fase di restauro, ma c’è ancora altro da visitare.




Usciamo ed andiamo nel giardino “privato” di famiglia. Un piccolo angolo verde sul retro della casa dove i proprietari erano soliti appartarsi per stare all’aria aperta senza essere disturbati da nessuno.
In questo angolo di verde privato si può anche ammirare quella che la guida definisce “una delle prime piscine private” di cui si abbia conoscenza. 

È una grande vasca profonda che ora è lì tutta sola e senza acqua e che una volta allietava e rinfrescava gli abitanti del castello.
La visita prosegue con una capatina alle cantine della dimora. Grandissime stanze sotterranee dove venivano conservati gli alimenti prodotti nei poderi della proprietà, fra questi il vino, il grano ed i salumi.




Ora queste grandi stanze sono adibite a sale per i ricevimenti. Di varie forme e dimensioni possono ospitare un numero variabile di persone e venire incontro ad ogni esigenza di cerimonia.
Nel tempo che noi visitatori facciamo il nostro giro informativo nelle varie stanze del castello ecco che nel grande salone dei ricevimenti viene allestito un grande buffet per gli ospiti.

Cibi caldi e freddi vengono offerti a tutti i presenti accompagnati da vino, bibite ed acqua.
Un gruppo musicale allieta il rinfresco e la nostra giornata volge al termine.
È stata davvero una bella visita; interessante, stimolante e piacevole sia per la vista che per il palato.




Nel corso dell’incontro con la guida ci viene detto che è possibile visitare il castello in orari e giorni prefissati, ma sinceramente non ricordo quali.

Per qualsiasi informazione comunque vi invito a dare un’occhiata al loro sito e contattare direttamente la direzione per avere informazioni esatte sulle modalità di visita.
Qui trovate tutto:

http://www.turismocremona.it/index.php/risorse/scheda/id/61


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